Compro oro: tutto quello che c’è da sapere
Durante il corso della propria vita, può capitare qualche piccolo imprevisto che implica il reperimento di un po’ di liquidità. Le strade per ottenerla sono diverse. Quella più battuta, numeri alla mano, è inoltrare richiesta di prestito ad una finanziaria o un istituto di credito. Questa soluzione, tuttavia, implica il pagamento di alcune spese particolarmente onerose, come gli interessi, le spese di istruttoria pratica ed altre commissioni di varia natura.
In alcuni casi, specie se la somma da richiedere non è particolarmente elevata, esiste una valida alternativa al settore finanziario, che molti italiani hanno favorevolmente sperimentato da diversi anni: il compro oro. Una soluzione che può risultare preziosa anche per quei soggetti che detengono un bene bagnato dal nobile metallo giallo e vogliono privarsene per le più svariate ragioni.
Atto di compravendita: cosa deve necessariamente comprendere?
Quando viene maturata l’idea di rivolgersi ad un compro oro, è opportuno sapere quanto previsto della normativa del nostro paese, al fine di affidarsi ad un compro oro affidabile e professionale.
Il mondo del compro oro è stato rigidamente disciplinato col Decreto Legge n.92 del 25 maggio 2017, emanato allo scopo di tutelare adeguatamente i consumatori. Una delle novità più rilevanti riguarda l’atto di compravendita, già esistente prima dell’entrata in vigore della legge poc’anzi citata, che dev’essere stilato rispettando, minuziosamente, quanto previsto dal legislatore.
Se un tempo, infatti, poteva essere redatto in maniera non troppo esaustiva, oggi dev’essere compilato indicando alcuni indispensabili dati. Innanzitutto, dev’essere riportata una descrizione dettagliata degli oggetti venduti: dalla tipologia al peso, tutte le caratteristiche del bene devono essere specificate chiaramente. Questo, però, non è nient’altro che un primo aspetto.
L’atto di compravendita, infatti, dev’essere corredato da due nitide fotografie digitali dell’oggetto, elemento che comprova, in modo inequivocabile, come l’oggetto venduto coincida perfettamente con la minuziosa descrizione del prezioso. Sul documento, inoltre, deve essere annotata la quotazione in Borsa dell’oro nel giorno in cui viene effettuata l’operazione, oltre alla fotocopia del documento d’identità del venditore e le modalità con le quali verrà effettuato il pagamento.
Quali sono le modalità di pagamento ed il limite per l’incasso in contanti
Quest’ultimo aspetto è uno di quelli maggiormente impattati dall’entrata in vigore del Decreto Legge nr 92. La novità più importante, in tal senso, è rappresentata dall’abbassamento della soglia per il pagamento in contanti, passato da €.2999,99 a €.499,99: qualora la compravendita fosse pari o superiore ad €.500,00, di conseguenza, non potrà essere saldata “cash”.
La transazione verrà quindi eseguita in una delle seguenti modalità: assegno circolare; assegno bancario; bonifico bancario. Quest’ultima opzione rappresenta, ad oggi, quella maggiormente gradita all’acquirente, ossia il titolare del compro oro, in quanto garantisce massima tracciabilità e tempi di incasso estremamente più celeri rispetto all’assegno, che richiede alcuni giorni d’attesa prima che venga reso effettivamente disponibile sul conto corrente.
In alcuni casi, oltretutto, l’operazione può essere conclusa con l’esecuzione di un bonifico istantaneo, che permette al venditore di poter ricevere immediatamente la somma. Un’ulteriore tutela per il consumatore, che vede accreditata la somma nell’arco di poche ore e può rintracciare l’operazione celermente in un secondo momento.
L’atto di compravendita, quindi, non è altro che lo strumento per attuare un principio cardine del decreto medesimo: l’inalterabilità. In parole concrete, il compro oro deve garantire che tutti i documenti richiesti, foto nitide incluse, non possano essere in alcun modo modificati una volta compilati e firmati delle due figure presenti nel contratto.