Difficoltà per l’economia giapponese.
Anche il Giappone ha in corso un programma monetario caratterizzato da politiche espansive con un quntitative easing, tassi di interesse a livello di -0,10, una replica in sostanza della politica monetaria della BCE in Europa.
Queste misure sono state intraprese per cercare di far ripartire l’inflazione, far decollare l’Economia del sol Levante ma finora non hanno sortito grandi risultati: l’inflazione giapponese è allo 0,7%, lontanissima dall’obiettivo del 2%, lo stesso obiettivo della BCE per l’Europa, al quale il vecchio continente si sta avvicinando, anche se ancora non in maniera abbastanza solida. Il Governatore della Banca Centrale Koruda ha appena dichiarato che il programma monetario giapponese in atto continuerà per tre anni e almeno fino a quando l’inflazione non arriverà al 2% desiderato.
In molti esperti stanno contestando al Governatore di non essere riuscito a far rialzare l’inflazione e ritengono che la politica monetaria abbia provocato problemi senza grandi benefici. Intanto il Premier giapponese Shinzo Abe ha indetto le elezioni, certo della riconferma, certo di consolidare maggiormente il suo vantaggio ma questa è una cosa rischiosa, visto come è andata a Theresa May che, sicura di un incremento di forza, è andata alle elezioni anticipate prendendo una sonora sconfitta in termini percentuali, pur mantenendo la maggioranza relativa ma non più quella assoluta, indebolendosi.
Dopo l’annuncio del mantenimento delle politiche monetarie giapponesi da parte del Governatore della Banca Centrale, avvenuto nella notte occidentale, lo Yen si è indebolito soprattutto contro l’Euro, mantenendo una certa tenuta verso il dollaro americano.